Emanuela Orlandi, dopo 40 anni il caso viene riaperto

Sono passati quasi 40 anni esatti da quella giornata di giugno in cui Emanuela Orlandi spariva senza lasciare traccia e ora gli inquirenti della giustizia vaticana vogliono riaprire ufficialmente le indagini

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Pietro Orlandi (foto instagram – italnews24.it)

40 anni fa, era il giugno del 1983, Emanuela Orlandi che all’epoca aveva 15 anni scomparve diventando il cold case più famoso d’Italia e uno dei fatti di cronaca collegati al Vaticano più chiacchierati di sempre. A parlarne addirittura Ali Agca, che nel 1981 tentò di sparare a Papa Giovanni Paolo II, e che anni fa ha scritto anche una lettera a Pietro, il fratello di Emanuela Orlandi.

Il mistero di quella giornata di giugno si lega poi anche alla scomparsa di un’altra ragazza: Mirella Gregori. Ora gli inquirenti del Vaticano hanno tutta l’intenzione di lavorare mentre da parte della famiglia della ragazza scomparsa c’è la speranza di essere finalmente convocati per parlare di ciò che di recente è stato loro consegnato da persone che sarebbero vicine a Papa Francesco.

Su Emanuela Orlandi si riaccende la luce del Vaticano

Le ipotesi riguardo la scomparsa misteriosa della ragazza di 15 anni figlia di un uomo che lavorava presso il Vaticano negli anni si sono fatte sempre più contorte e a tratti inverosimili. Di vero c’è solo che Emanuela è uscita un pomeriggio di giugno del 1983 e non è più tornata a casa e da quel pomeriggio di giugno la sua famiglia, in particolare suo fratello Pietro, aspettano di avere risposte. Ed è proprio Pietro Orlandi che parlando a Rainews24 dichiara “che vengono aperte le indagini una cosa molto positiva, finalmente forse ci potrà essere una collaborazione tra lo Stato Italiano e lo Stato Vaticano visto che, poco tempo fa, è stata fatta una proposta per aprire un’inchiesta parlamentare“.

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E sempre il fratello di Emanuela è convinto che da qualche parte, in particolare in Vaticano, ci sia qualcuno che sa tutto su questa faccenda su cui sembra, prosegue Pietro Orlandi, ci siano situazioni che sono state volutamente trascurate e non approfondite. Ci sarebbero anche, e ne parla sempre il fratello di Emanuela, messaggi arrivati al suo telefonino attraverso WhatsApp da due persone vicine all’attuale Papa Francesco. Messaggi in cui si fa riferimento a documenti della sorella e di cose che le apparterrebbero.

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