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Aumento canoni stabilimenti: “Una novità preoccupante”

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Valeria Poropat

Torna alla ribalta il problema legato alle concessioni degli stabilimenti balneari e all’eventuale aumento annunciato dal Ministero delle Infrastrutture per adeguare i canoni ai nuovi valori indicati da Istat

Spiaggia (foto pexels – italnews24.it)

Il problema delle concessioni degli stabilimenti balneari torna prepotente. MMa stavolta la questione non è, o forse sarebbe meglio dire non è soltanto, la privatizzazione che va attuata in applicazione alle direttive europee. Il problema riguarda infatti gli aumenti che sono stati calcolati alle tariffe che i concessionari degli stabilimenti devono pagare al Demanio.

Quello che lamentano i rappresentanti dell’associazione di categoria è un aumento spropositato rispetto alla cifra che era stata indicata anche in campagna elettorale, queste le parole del presidente Maurizio Rustignoli. Sempre Rustignoli chiede adesso che la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni si attivi e realizzi quello che era stato promesso arrivo.

Aumento canoni, il 25% è troppo

Come per molte altre cose, il 2023 si apre con le informazioni di prossimi aumenti. In particolare è stato reso noto dal Ministero delle Infrastrutture un aumento del 25,15% nel corso del 2023 sui canoni balneari. L’aumento è stato calcolato sulla base dei dati raccolti da Istat per quello che riguarda i prezzi all’ingrosso e i prezzi al dettaglio di ciò che è inserito nel famoso paniere.

E mentre da parte del capogruppo della lega al senato Romeo arriva il suggerimento che sarebbe utile convocare un tavolo di confronto per lavorare sul Decreto Milleproroghe in cui si inseriscono anche le decisioni sui balneari, da parte del Partito Democratico arriva la critica netta agli aumenti. Secondo Rustignoli, presidente fiba Confesercenti, decidere di alzare così tanto il canone degli stabilimenti balneari significa anche, in buona sostanza, non rendersi conto di tutto ciò che è successo alle spiagge e di ciò che accadrà nel momento in cui occorrerà applicare la famigerata direttiva Bolkestein.

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Sempre Rustignoli chiarisce però che la categoria è consapevole del fatto che i canoni siano in generale piuttosto bassi e che possono essere rivisti ma che questi aumenti e in generale un eventuale qualunque aumento dei canoni andrebbe bene valutato classificando le spiagge “in base alla redditività e dando un valore corretto al metro quadro“. Intanto, ricorda ancora il presidente di fiba Confesercenti, il prossimo mese di febbraio dovrebbe esserci l’approvazione dei decreti attuativi sulla legge sulla concorrenza per avere poi dei bandi di gara nel 2024.

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Valeria Poropat