Padova, marito in gravi condizioni e moglie morta: fermata la figlia

Il piccolo comune di San Martino di Lupari, provincia di Padova, si è svegliato oggi con la notizia di un terribile omicidio che avrebbe come colpevole una donna di 51 anni e come vittime la stessa madre della donna e suo padre

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Casa (foto unsplash – italnews24.it)

Quando Chiara Miatello, figlia minore della coppia, è andata a casa dei genitori a San Martino di Lupari per salutarli si è trovata davanti una scena che forse non avrebbe mai potuto immaginare. Sua madre, Maria Angela Sarto, 84 anni, era priva di vita mentre suo padre di 89 anni risultava ferito gravemente. La donna ha così lanciato l’allarme e le ricerche si sono subito concentrate sull’altra figlia della donna, uccisa probabilmente a colpi di martello: Diletta Miatello.

La donna di 51 anni, separata dal marito, era tornata a vivere nella casa insieme ai genitori dopo la fine del suo matrimonio e aver perso la custodia del figlio affidato all’ex marito. Alla base dell’aggressione ci sarebbe questioni di soldi, anche se per ora la donna non ha rilasciato nessuna dichiarazione alle forze dell’ordine dopo il fermo.

Orrore in provincia di Padova, uccide la madre e ferisce il padre

Che qualcosa non andasse nella mente di Diletta Miatello forse la sorella Chiara se n’era già accorta dato che, dopo aver scoperto il cadavere martoriato della madre in camera da letto uccisa con diversi colpi alla testa e poi suo padre in fin di vita, la donna ha subito indicato la propria sorella come autrice di questo crimine efferato. Da parte sua la donna di 51 anni è ora in stato di fermo, dopo un interrogatorio portato avanti presso la caserma dei carabinieri di Cittadella, provincia di Vicenza. Ma non ha rilasciato nessuna dichiarazione né fatto alcuna ammissione riguardo la propria eventuale colpevolezza.

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Resta quindi da capire il movente anche se potrebbero esserci problemi economici e una condizione mentale in disgregazione alla base del gesto folle. La donna di 51 anni, infatti, che di lavoro faceva la vigilessa, era tornata dopo la fine del suo matrimonio a vivere con i genitori nella bifamiliare presso San Martino di Lupari. Si era licenziata dopo la separazione dal marito cui è stato affidato il figlio e aveva inutilmente cercato una occupazione rivolgendosi anche ai social. Questa condizione avrebbe scatenato la violenza nei confronti della madre e del padre.

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