Il figlio adolescente del vicepremier e Ministro delle infrastrutture Matteo Salvini è stato vittima di una banda di rapinatori qualche giorno fa a Milano. Il ragazzo ha potuto lanciare l’allarme solo a casa del padre
Dopo il caso di evasione di alcuni detenuti del Cesare Beccaria di Milano e lo stupro denunciato da una donna di quarant’anni Milano torna purtroppo al centro della cronaca nazionale per una rapina che ha avuto come vittima un personaggio non famoso ma di certo noto: Federico Salvini, il figlio di 19 anni di Matteo Salvini.
Tanta paura nel racconto del ragazzo che però, per fortuna, e come ribadito anche dallo stesso viceministro attraverso fonti del suo partito, La Lega, ma nessuna conseguenza. al ragazzo edra stato sottratto anche il cellulare. Della rapina si è interessata anche la DIGOS ma per ora si esclude che il movente dell’aggressione possa essere stato di natura politica.
Aggredito e derubato per strada il figlio di Salvini in centro a Milano
Federico Salvini si trovava nei pressi del Pio Albergo Trivulzio, un luogo divenuto molto noto nel periodo più buio della pandemia che si trova in un’area centrale di Milano. Nello specifico il ragazzo si trovava su via Palma quando, poco dopo le otto di sera, è stato fermato da due uomini che gli hanno sottrato il cellulare. I due rapinatori, come raccontato poi dal ragazzo, erano di origine nordafricana e sono fuggiti via una volta preso il cellulare, ottenuto minacciando il ragazzo con un pezzo di vetro.
Il ragazzo si è trovato quindi solo e senza cellulare e ha raggiunto a piedi la casa di Salvini da dove ha potuto chiamare le forze dell’ordine per denunciare l’aggressione subita. Per parte sua, il ministro delle Infrastrutture ha rilasciato solo una dichiarazione affidata ai portavoce della Lega: “E’ capitato a lui come, purtropo, capita a tanti a Milano“.
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Per quello che riguarda il cellulare i due rapinatori hanno provato a rivenderlo a un negoziante poco lontano dal punto in cui pè avvenuta la rapina. Il negoziante, di origine egiziana, lo ha poi consegnato alla polizia e il cellulare è potuto quindi tornare in mano al giovane. La DIGOS si era interessata alla vicenda per controllare se fosse stata una aggressione politica ma non sarebbe questo il caso. Le indagini comunque prseguono per rintracciare gli aggressori.