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Roma, disabile caduto dalla finestra: accuse per il poliziotto

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Valeria Poropat

Era caduto dalla finestra della propria abitazione durante una perquisizione e ora c’è un poliziotto accusato di tortura. I fatti risalgono al 25 luglio scorso

Palazzi popolari (foto adobe)

Una storia che dimostra come gli errori eventuali delle forze dell’ordine non siano qualcosa che avviene solo in altri paesi. Lo scorso 25 luglio, un ragazzo di 36 anni disabile, Hasib Omerovic, era precipitato dalla finestra della propria abitazione cercando di sfuggire a una serie di comportamenti tenuti da uno degli agenti che stavano portando avanti la perquisizione e ritenuti ora dal GIP di Roma alla stregua di atti di tortura.

Il poliziotto si sarebbe macchiato di diversi reati a danno di una persona inerme. Omerovic è infatti sordomuto e nell’abitazione in cui si è svolta la perquisizione trasformatasi in violenza era presente anche la sorella, una ragazza con disabilità cognitive. La vicenda continua ad avere molti lati oscuri che ora il GIP dovrà chiarire.

Minacciato con un coltello finisce giù dalla finestra, poliziotto ai domiciliari

La vicenda che ha portato alle lesioni gravissime che ancora tengono in ospedale Hasib Omerovic è nata come segnalazione su Facebook. Gli agenti si sono infatti presentati, queste le ricostruzioni fatte sull’ordinanza presentata dal GIP di Roma, presso l’abitazione di Omerovic che l’uomo condivideva con la sorella per raccogliere dati relativi alla sua identità e per effettuare una perquisizione a causa di una serie di messaggi apparsi su Facebook che indicavano Omerovic come molestatore seriale.

Ma se la perquisizione era in qualche modo giustificata dall’allarme del quartiere in cui Omerovic viveva, continua sempre il GIP di Roma, si è poi trasformato in un episodio di violenza gravissimo con uno dei poliziotti che ha legato il ragazzo sordomuto ad una sedia utilizzando un filo elettrico strappato dal muro e poi lo ha minacciato con un coltello da cucina.

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il ragazzo, spaventato dal comportamento dell’assistente capo che lo ha ripetutamente schiaffeggiato e minacciato, ha provato poi a trovare la salvezza lanciandosi dalla finestra del suo appartamento. Le conseguenze della caduta lo hanno portato in ospedale dove è tuttora ricoverato. L’assistente capo Pellegrini è ora accusato di falso ideologico e tortura. Resta ora da capire quale sarà l’eventuale posizione degli altri agenti che erano presenti e che, questo è quello che è possibile comprendere dalle carte depositate dal GIP, non sembrano aver fatto nulla per fermare il comportamento violento nei confronti del ragazzo sordomuto.

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Valeria Poropat