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Reddito di cittadinanza, ancora variazioni: basta un no e salta l’aiuto

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Valeria Poropat

Nella Manovra che dalla Commissione Bilancio si appresta ad entrare in Parlamento porterà altri cambiamenti al Reddito di Cittadinanza. Sparisce un aggettivo fondamentale e si riducono i mesi di erogazione

Carta Reddito (foto adobe)

Il Reddito di Cittadinanza, la misura simbolo del governo guidato dai 5 stelle, sta per essere modificato in maniera molto pesante attraverso la Legge di Bilancio che entrerà in vigore nel 2023. La coalizione di centro-destra non ha mai nascosto di voler eliminare un sussidio che dal suo punto di vista non ha aiutato a trovare lavoro e anzi si è trasformato in una sorta di stipendio di Stato, che tanti hanno preferito e stanno preferendo a un lavoro. Per questo motivo alcune categorie di percettori del Reddito si vedranno ridurre il sussidio sia in termini di tempo sia in termini di opportunità.

Gli ultimi cambiamenti usciti dalla Commissione Bilancio riguardano, tra le altre cose, i percettori che hanno un’età compresa tra i 18 e 29 anni, l’utilizzo del Reddito per pagare l’affitto di casa e la durata del sostegno. In più, non si potrà più rifiutare nulla.

Con il nuovo Reddito di Cittadinanza o si lavora o si lavora

Carta Reddito (foto adobe)Reddito di Cittadinanza (foto adobe)

La misura del Reddito di Cittadinanza voluta dal MoVimento 5 stelle era nata per accompagnare chi perdeva il lavoro o non riusciva a trovarlo su un percorso che lo avrebbe reimmesso nel mercato del lavoro. Alcuni dei sistemi accessori al Reddito non hanno però mai funzionato a dovere e la misura di assistenza temporanea si è trasformata per tanti nell’unico sostentamento della propria famiglia.

Uno dei punti chiave del Reddito era per esempio il fatto che si dovesse ricevere una proposta di lavoro adeguata alle proprie esperienze e alle proprie competenze. Questo è uno degli aspetti su cui la Manovra 2023 ha dato un taglio netto: non esiste più l’idea di offerta congrua né in termini di competenze né in termini di distanza dal luogo in cui si vive e se si decide di rinunciare all’offerta di lavoro si perde immediatamente il sostegno. Un altro cambiamento c’è per chi ha tra 18 e 29 anni e non ha completato un percorso di studi: si dovrà necessariamente partecipare a corsi di formazione.

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Altro cambiamento riguarda la quota di Reddito che i destinatari della misura di assistenza utilizzano per l’eventuale pagamento dell’affitto: questa parte non verrà più erogata al beneficiario che poi provvederà a pagare l’affitto ma direttamente al padrone di casa. Da ultimo bisogna sottolineare che è stato deciso di ridurre a 7 mesi la durata del reddito per chi può lavorare.

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Valeria Poropat