La Manovra dovrà essere chiusa e approvata in pochi giorni e tra i provvedimenti che sembrano stare subendo i maggiori ritocchi c’è proprio la parte che riguarda le pensioni. Che cosa è cambiato e come saranno rivalutati davvero gli assegni?
Il tema delle pensioni è quanto mai importante per la coalizione di centro destra. E se a quanto pare Forza Italia è riuscita a spuntare un piccolo aumento delle pensioni minime per chi ha più di 75 anni sembra arrivare anche un ricalcolo per la rivalutazione dei vari scaglioni delle pensioni.
Per poter contrastare l’inflazione, anche il governo precedente guidato da Mario Draghi aveva messo mano al meccanismo con cui vengono calcolati gli assegni nei vari scaglioni per permettere ai pensionati e alle pensionate di poter affrontare meglio i prezzi sempre più in salita. Nel nuovo progetto inserito con uno degli emendamenti alla Legge di Bilancio per il 2023 ci sono dei piccoli ritocchi che però potrebbero portare a un grande beneficio soprattutto per chi percepisce pensioni più basse. Ecco che cosa è previsto nell’emendamento del governo.
Rivalutazione delle pensioni, si cambia ancora
Nella Legge di Bilancio che il Parlamento italiano deve riuscire a licenziare prima della fine dell’anno sono contenuti moltissimi provvedimenti e buona parte di questi provvedimenti sono estremamente importanti per tanti cittadini.
Chiusa, a meno di sorprese dell’ultimo minuto, la questione relativa al POS per il quale non vengono istituiti limiti sotto i quali i negozianti possono effettivamente rifiutarsi di accettare pagamenti digitali e a sua volta chiusa anche la questione per le pensioni minime che salgono ma solo per il 2023 e solo perché ha più di 75 anni arriva ora la notizia che anche tutte le altre pensioni verranno riviste ma non con i numeri che erano stati diffusi nelle settimane passate.
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I vari scaglioni subiranno infatti una rivalutazione che è stata modificata. Per chi percepisce un assegno che si trova compreso tra 4 e 5 volte la pensione minima, ovvero fino a 2626 euro lordi ogni mese, la rivalutazione sale all’85%. Tradotto in euro si parla di circa 162 euro. Per gli assegni fino a 4 volte il minimo viene invece confermata una rivalutazione al 100% che è pari quindi a 153 euro lordi al mese di aumento. Come è facile intuire, più è alto l’assegno di partenza minore è la percentuale di rivalutazione. Chi prende tra 5 e 6 volte il minimo vedrà una rivalutazione che scende dal 55% al 53%, mentre passa al 47% chi percepisce una pensione fino a 8 volte il minimo. Per i redditi a 5.250 euro mensili di pensione la rivalutazione scende al 37%, mentre passa al 32% per chi percepisce oltre 10 volte il minimo ovvero chi ha una pensione mensile di 5 mila euro. Cambia anche il meccanismo per la rivalutazione che passa da tre fasce a sei fasce con calcolo biennale.