A Bruxelles è scoppiato proprio in questi giorni un oscandalo che ha al centro un Paese del Golfo e alcuni europarlamentari tra cui anche Antonio Panzeri. Ex PD e direttore di una ONG
Le accuse nei confronti di Panzeri, di altri tre italiani sono gravi e si concentrano su un tentativo di corruzione che il Qatar, questo il nome che si celerebbe dietro l’espressione “Paese del Golfo” che si legge nelle carte ufficiali del GIP di Bruxelles, avrebbe portato avanti per influenzare in qualche modo la sua posizione agli occhi del Parlamento Europeo.
A riportare per primi lo scandalo che sta scuotendo tutte le istituzioni europee i quotidiani “Le Soir” e “Knack”. Ma chi è Panzeri e perchè avrebbe potuto avere un peso per cambiare la percezione di questo Paese del Golfo agli occhi del Parlamento Eruopeo?
Il percorso di Antonio Panzeri, come riporta anche SkyTg24, a Bruxelles comincia nel 2004 e si è concluso nel 2019. Europarlamentare prima con il PD poi con Articolo 1, Panzieri ha poi fondato una ONG che opera nei diritti umani: Fight Impunity. Il percorso politico di Panzeri comincia però ben prima di Bruxelles. negli Anni ’90 è infatti sindacalista molto attivo nel milanese.
Dopo una prima elezione al Parlamento Eruopeo nel 2004, viene rieletto per un secondo mandato e il suo lavoro rientra in quello della Commissione Affari Esteri e per il Mercato Unico e per la Commissione Esteri si occupa proprio dei rapporti con la zona del Maghreb. Su di lui e sugli altri accusati pesano accuse molto gravi scaturite da una indagine delle autorità belghe.
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Le indagini hanno portato a una serie di perquisizioni e al sequestro di una ingente somma di denaro, 600 mila euro, rinvenuta proprio a casa di Panzeri. In Italia sono ora in stato di fermo anche la moglie e la figlia di Panzeri. Nelle perquisizioni, questo riporta Le Soir, coinvolta anche la casa di Eva Kaili, vicepresidente del Parlamento Europeo. I nomi degli altri fermati sono Francesco Giorgi, compagno di Kaili e con un ruolo al Parlamento, Niccolò Figà-Talamanca di No Peace Without Justice e Luca Visentini, eletto di recente alla carica di segretario generale della Confederazione internazionale dei sindacati.