La Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni si è trovata al centro di una serie di attacchi sui social con minacce gravissime a lei e ai membri della sua famiglia
Giorgia Meloni è diventata sua malgrado oggetto dell’odio mediatico di alcuni utenti dei social che le hanno rivolto accuse e minacce legate ad uno dei temi più scottanti di questo momento storico in cui si trova il nostro Paese.
Da vari rappresentanti dei partiti della coalizione di centro-destra al governo sono arrivate parole di condanna non solo nei confronti di chi ha deciso di usare Facebook come arma ma anche per tutte quelle volte che nessuno si è indignato a sufficienza per questa forma di odio nei confronti del partito guidato da Giorgia Meloni.
“Ci vuole la morte di lei e sua figlia”, l’odio corre su Facebook
Si può essere favorevoli o contrari a qualunque idea e a qualunque decisione politica ma esistono dei limiti che non dovrebbero essere mai superati. E questi limiti riguardano il rispetto della persona. La persona in questione è poi in questo caso una delle più alte cariche dello Stato che, per una decisione presa di concerto con gli altri rappresentanti di quello stesso governo, si trova però unico bersaglio dell’odio su internet.
La Presidente del Consiglio Giorgia Meloni è diventata l’oggetto dell’odio di alcuni che, stando ai messaggi osceni che sono stati lasciati sotto il suo profilo Twitter e su Facebook, dovrebbero essere percettori di quel Reddito di Cittadinanza che il governo guidato proprio da Meloni ha intenzione di rivedere per, queste le intenzioni dichiarate, portare in Italia una vera politica sul lavoro che non crei alibi per chi pensa che il Reddito di Cittadinanza sia uno stipendio che si può prendere dallo Stato senza lavorare. Diversi e unanimi nel condannare queste aggressioni verbali vere e proprie sono i messaggi pubblicati da altri esponenti dello stesso governo nonché dall’opposizione. Il sottosegretario all’attuazione del programma di governo Giovanbattista Fazzolari scrive: “Vicinanza e solidarietà per le gravissime minacce indirizzate via social a lei e alla sua famiglia da presunti percettori di reddito di cittadinanza. Questo episodio inqualificabile è il prodotto del clima di odio fomentato dalla narrazione falsa di chi sul disagio sociale cerca di lucrare facili consensi. Violenze e minacce non fermeranno una donna coraggiosa come lei, impegnata a risollevare l’Italia dopo anni di pessimi governi”.
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Per la ministra dell’università e della ricerca Anna Maria Bernini “Se c’è un limite oltre il quale nulla può essere più derubricato, oggi quel limite è stato ampiamente superato. Arrivare a intimare la morte e non escludere dalle minacce nemmeno le persone più care al premier è agghiacciante”.