Secondo le nuove direttive globali tutti i siti web sono obbligati a chiedervi se volete o meno accettare i cookies. Ma che significa accettare i cookies? Si corre qualche pericolo?
Per chiunque navighi su internet si tratta ormai di una prassi consolidata e tanti semplicemente cliccano senza leggere. Ma sarebbe sempre opportuno in realtà sapere che cosa significa quando cliccate su “accetta tutti”.
I cookies, un termine che tecnicamente tradotto dall’inglese significa biscotto, sono una serie di file che i siti web lasciano in cartelle specifiche del browser di chi naviga. L’utilizzo più diretto dei cookies è quello di ricordare il sito che si è visitato per poterlo caricare più velocemente. Ma per ricordare il sito, dentro il cookie viene registrato il dispositivo da cui si è fatta la navigazione. Esistono poi altri cookies che per esempio servono a compilare in automatico i campi relativi al nome utente o alla password quando fate shopping online.
Come accennato, i cookies hanno lo scopo di velocizzare il caricamento delle pagine web che richiamano, durante il caricamento, le informazioni contenute in questi biscottini digitali per identificarvi in qualità di utente. Ma fino a non molto tempo fa la pratica di chiedere da parte dei siti se l’utente fosse o meno d’accordo con i cookies era una gentilezza e non un obbligo. Adesso invece tutti i siti web sono obbligati a chiedere agli utenti se sono d’accordo o meno con l’utilizzo che il sito può o potrebbe fare delle informazioni raccolte attraverso i cookies e vale la pena riflettere su quando è utile accettare e quando invece è meglio togliere la spunta.
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I cookies di prime parti, ovvero i cookies che il sito stesso che visitiamo genera per potersi interfacciare meglio con il browser e quindi renderci effettivamente la navigazione un po’ meno complicata, sono del tutto innocui. Si tratta di file che raccolgono le informazioni strettamente necessarie a garantire che l’utente possa navigare sul sito e magari entrare nel proprio account. Esistono però tutti i cosiddetti cookies di terze parti, ovvero quelli che riguardano tutte le pubblicità e gli annunci che fanno spesso da contorno ai contenuti. Questi cookies di terze parti sono un po’ più invasivi della privacy.
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Non sono pericolosi di per sé ma se non volete ritrovarvi per la stessa pubblicità di quel libro che avete cercato su Amazon su decine di altri siti in cui magari andate per informarvi forse è meglio pensarci due volte prima di accettare senza andare a guardare che cosa faranno i cookies con le vostre informazioni. Premesso che è comunque possibile poi cancellare i cookies attraverso i menù del browser che si utilizza per navigare, sarebbe forse meglio decidere a priori quali siti possono sapere che cosa avete comprato su Amazon e su quali siti invece non volete che si sappia troppo quello che fate.