Dice è una app che, nata per aiutare a comprare biglietti di concerti ed eventi musicali, è diventato qualcosa di molto più grande e forse anche di molto pericoloso per tutto il mondo della musica
Con la pandemia moltissimi hanno dovuto abbandonare per un po’ il proprio passatempo preferito: andare ai concerti e alle serate nei locali per ascoltare un po’ di musica dal vivo. Ma ora che sembra tutto o quasi tornato alla normalità anche in Italia, come in altri Paesi europei e non solo, si sta tornando nelle sale concerto e negli stadi. E si ripropone il problema dei biglietti.
Qui entra in scena allora Dice, app di orgine inglese, con cui è possibile prenotare i biglietti di concerti in pochi minuti. Ma non solo. Ed è questo non solo che sta facendo preoccupare buona parte del mondo della musica. Perchè i servizi offerti da Dice sono sì innovativi ma fanno affidamento su un algoritmo che rischia di ridurre tutt ala musica globale a una manciata di pezzi in heavy rotation in tutto il globo.
Un aspetto molto positivo dell’app inglese per andare ai concerti è il sistema con cui i biglietti vengono prenotati. Una volta scelto l’evento e prenotato il proprio posto si riceve infatti un codice QR che però, a differenza di un biglietto cartaceo o di un’altra prenotazione, è inutile finchè non è attivato. L’attivazione avviene a due ore dall’evento cui si vuole andare e in questo modo risulta molto più difficile, se non impossibile, acquistare in blocco i biglietti e fare bagarinaggio, una vera piaga degli eventi musicali.
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Il sistema dei biglietti che si attivano a tempo è utile anche per chi cerca invece un posto anche se l’evento è tutto esaurito. Su Dice si può infatti creare una coda virtuale per ricevere una notifica nel caso qualcuno rinunci al proprio posto e acquistare così il biglietto senza alcun sovrapprezzo illegale. C’è poi la funzione che propone musica in base ai prori ascolti e una vetrina che può mostrare eventi di tutto il mondo.
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Sembra quindi una app destimnata ad aiutare anche gli artisti emergenti oltre che gli organizzatori di eventi. Ma c’è un problema: Dice infatti consiglia musica in base a ciò che tutti i suoi utenti ascoltano. Questo sistema che si basa su un algoritmo raccoglie quindi le preferenze di moltissimi utenti e c’è di conseguenza il rischio che la musica consigliata diventi la stessa per tutti.