WhatsApp non funziona, è possibile chiedere il risarcimento

Se avete provato ad utilizzare Whatsapp qualche giorno fa vi sarete accorti che non funzionava e magari vi state chiedendo se nei momenti in cui l’app non funziona è possibile chiedere un rimborso a Meta

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Whastapp (foto Unsplash)

Non è la prima volta che l’app di messaggistica istantanea del telefonino verde improvvisamente smette di funzionare. Molto spesso il servizio smette di essere disponibile in concomitanza con alcuni aggiornamenti molto importanti e corposi ma non essendoci notifiche automatiche agli utenti tanti si trovano spiazzati.

Altre volte si è trattato di veri e propri malfunzionamenti che hanno bloccato la comunicazione globale per ore. WhatsApp però non è soltanto il modo in cui amici e parenti si scambiano foto e ricette di cucina ma è diventato uno strumento di lavoro per moltissimi aziende. Ed è per questo che qualcuno comincia a pensare che sia arrivato il momento di istituire un codice secondo cui gli utenti possono richiedere un indennizzo o un risarcimento se l’app di messaggistica istantanea non funziona. Di questa idea è per esempio il Codacons.

Si può chiedere il risarcimento quando WhatsApp non funziona?

whatsapp down
Smartphone (foto Unsplash)

Al momento, purtroppo, non esiste una normativa nazionale o internazionale che possa essere utilizzata per costringere Meta a risarcire gli utenti che a causa dei disservizi generati dai momenti in cui WhatsApp smette di funzionare hanno perso la possibilità di lavorare. Tecnicamente, infatti, l’app di messaggistica istantanea è un servizio gratuito e non è uno strumento di lavoro a pagamento.

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Ed è anche per questo motivo che nei termini di utilizzo dell’app di messaggistica istantanea non esiste nessun paragrafo in cui venga in qualche modo accennata la questione relativa a disservizi o a periodi di blackout del sistema. Secondo l’associazione a difesa dei consumatori Codacons, però, dato l’utilizzo che si fa proprio dell’app anche a livello lavorativo nei casi come l’importante blackout che è avvenuto martedì 25 ottobre dovrebbe esserci una qualche forma di risarcimento.

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Nella sua forma gratuita e utilizzata dalla stragrande maggioranza degli utenti sarebbe comunque pressoché impossibile dimostrare che il blackout ha generato disagi. Un discorso a parte potrebbe essere fatto da chi ha deciso di installare la versione business ma, anche per questo genere di utenti sarebbe molto difficile dimostrare che il blackout di WhatsApp ha effettivamente provocato una qualche forma di danno all’attività lavorativa o imprenditoriale.

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