A La Spezia è apparso in ospedale un topo che ha fatto allarmare i presenti che hanno, la sua storia è incredibile
Camminava per le vie dell’ospedale di La Spezia ed ha fatto aprire un’indagine per capire la sua natura. Stiamo parlando di un topo che ha fatto molto preoccupare i presenti e i medici che si sono ritrovati tra i pazienti l’animaletto peloso e pericoloso per la salute dei ricoverati. Il caso è stato chiuso qualche giorno fa quando è uscita fuori la verità.
Nelle ultime settimane, dopo la foto del topo pubblicata sui social da qualche utente che si è trovato in ospedale durante il fattaccio, sono tanti i commenti che si sono aggirati intorno al caso e molti hanno affermato che il pronto soccorso non sia pulito e che le condizioni igieniche devono essere rimesse a punto. In realtà, dalle indagini condotte dall’Asl5 spezzina è emerso un dettaglio che metterebbe tutti a tacere: ecco di cosa si tratta.
La Spezia, il topo diventato una star: tutti i dettagli sulla vicenda
Analizzando la foto postata sui social, i responsabili dell’azienda sanitaria hanno scoperto che si tratta di un topo domestico, lo si nota dal suo atteggiamento rilassato, un roditore che sta bene alla luce del sole e insieme alle persone. Si tratta di un evento surreale. E le indagini avrebbero confermato. Ma com’è finito in ospedale?
Dopo una serie di ricerche, gli esperi hanno scoperto che l’animale appartiene ad una ragazza spezzina che alleva i ratti. La sera dell’accaduto era entrata nel triage del pronto soccorso per caricare il telefono e nell’attesa il suo topo ha deciso di farsi una giro. L’Asl5 ha deciso di non prendere alcuna decisione nei confronti della donna.
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Il presidente della Regione Giovanni Toti, che fino alla settimana passata aveva la delega alla Sanità, ha affermato: “Dopo aver sbattuto il “mostro” in prima pagina (ci scusiamo col topo) ora scopriamo, dopo un’accurata indagine della Asl5 che ringraziamo e un’immediata derattizzazione, che il topo nei corridoi dell’ospedale Sant’Andrea era stato portato da una paziente…come “accompagnatore”! E non è Lercio!” aggiungendo “Pur amando gli animali, ci troviamo costretti a raccomandare a chi dovesse andare in ospedale di non farsi accompagnare dal proprio animale domestico. E forse qualcuno dovrebbe chiedere scusa. Nu ghe semmu, figgeu!“.